Solidarietà al giudice Emilio Sirianni

Il 5 giugno CSM ha deliberato di non riconoscere ad Emilio Sirianni, consigliere della Corte d’appello di Catanzaro, la settima valutazione di professionalità, valorizzando oltremisura i commenti privati intercorsi in una conversazione dallo stesso intrattenuta con un amico e intercettata nell’ambito di un procedimento penale avviato nei confronti di quest’ultimo.
Sulla specifica vicenda, ed in particolare sui consigli giuridici che  Sirianni ha fornito a Domenico Lucano (esponente politico residente in un diverso distretto da quello lavorativo del magistrato in valutazione), era già stata esclusa qualsiasi responsabilità sia in sede penale (decreto di archiviazione del GIP di Locri del 12 settembre 2019) che disciplinare (sentenza della Corte di cassazione a Sezioni Unite 6003/2021). In particolare, sul punto confermando la pronuncia assolutoria della Sezione Disciplinare del CSM, la Cassazione ha statuito che: <<È appena il caso di ricordare che, su tale argomento, queste Sezioni Unite, richiamando i ripetuti insegnamenti della Corte Costituzionale, hanno già affermato che i magistrati devono godere degli “stessi diritti di libertà di ogni altro cittadino”, per cui sono da considerare liberamente espletabili “le attività che costituiscono espressione di diritti fondamentali, quali la libertà di manifestazione del pensiero, di associazione e di esplicazione della personalità”>>.
Per quanto riguarda, poi, le qualità professionali del magistrato in valutazione, nel corso dei 28 anni di carriera ha sempre riportato giudizi ampiamente positivi per capacità e laboriosità.

Qui un articolo di Magistratura Democratica sull’ argomento:

https://www.magistraturademocratica.it/articolo/domani-potrebbe-essere-qualunque-magistrato

Recosol che in diverse occasioni ha avuto modo di apprezzare la serietà professionale  del giudice Sirianni e la sua umanità si unisce al coro di contestazione che si sta sollevando da tutta Italia non solo per la profonda ingiustizia che il giudice ha subito ma per la deriva che sta prendendo la giustizia italiana.