Il caso Kinsa alla Corte di Giustizia Europea: Per la cancellazione delle leggi che criminalizzano la libertà di movimento

Il 18 giugno, si terrà l’udienza pubblica davanti alla Grande Camera della Corte di Giustizia dell’Unione Europea chiamata a valutare la legittimità degli obblighi di  incriminazione europei che stanno alla base della disciplina del favoreggiamento
dell’immigrazione irregolare.  Oggetto della decisione della Corte sarà la compatibilità del cosiddetto Facilitators Package
– e conseguentemente, dell’articolo 12 del Testo Unico sull’Immigrazione che ne costituisce l’attuazione a livello nazionale – con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. La decisione della Corte può avere delle conseguenze molto
significative per tutti i procedimenti penali instaurati contro le persone che facilitano la libertà di movimento, siano esse ONG, persone migranti e/o appartenenti a reti solidali.

A sollevare la questione pregiudiziale davanti alla Corte è stato il Tribunale di Bologna, in relazione al caso di O.B., una donna del Congo, vittima di violenza di genere, costretta a lasciare il proprio Paese a causa del protrarsi del conflitto armato.

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Il caso Kinsa alla Corte di Giustizia Europea_Documento società civile_v2 (2)