Come è stata perpetrata una guerra, con la narrazione nazionalista e la costruzione del nemico? Ed oggi, il flusso migratorio può riaccendere un nuovo conflitto? Domande che si pongono gli organizzatori della Carovana Abriendo Fronteras e Carovane Migranti che dalla Spagna, attraverso l’Italia, arriveranno a Bihać
Carovana Abriendo Fronteras e Carovane Migranti anche quest’anno (qui il programma completo), come ogni estate, visiterà con decine di attivisti europei rotte migratorie e frontiere, sempre più violente nei confronti di chi cerca rifugio, per incontrare attivisti e giornalisti di paesi del’Ue e dei Balcani, dalla Spagna all’Italia, fino in Bosnia Erzegovina. L’arrivo in Italia da Bilbao è previsto il 13 luglio a Padova, dove il 14 si terrà il primo dibattito e la Carovana si sposterà il 15 giugno ad Aviano. Il 16 e il 17 luglio si terranno incontri a Bihać (Bosnia Erzegovina). Al ritorno in Italia, gli incontri si terranno a Trieste il 18 e 19, per poi chiudere il 20 luglio a Gattatico (Reggio Emilia) con la tappa antifascista presso la casa dei Fratelli Cervi oggi museo.
Ci siamo detti che il titolo è troppo lungo, ma è anche una storia che dura da più di trent’anni. E sembra sempre tremendamente uguale. Scolpiti nelle nostre memorie pensiamo agli anni di “Guerra in Casa”, dal titolo dell’insostituibile libro di Luca Rastello (1998, riedizione 2020 Einaudi 2020), un titolo che sarebbe stato capace di raccogliere tutto, il passato e il presente.
Ma anche “Il pacifismo concreto ” [raccolta di interventi in gran parte inediti-articoli, discorsi pubblici, relazioni, interviste, diari di viaggio di Alex Langer comparsi tra il 1989 e il 1994 e che si occupano della guerra in ex Jugoslavia, Edizioni dell’Asino 2010 ndr] e “Il viaggiatore leggero ” [raccolta di scritti editi da Alex Langer nel 1961-1995, Editore Sellerio 2011, ndr],di Alex Langer insieme alle magnifiche pagine di Osservatorio Balcani – oggi OBC Transeuropa – di politica e poesia, che sono state le nostre prime letture per orientarci nella tragicità della Guerra e della Pace, quest’ultima mai realizzata nei luoghi della ex Jugoslavia e della Bosnia Erzegovina.
Oggi, trent’anni dopo, si pone la stessa domanda, con Gaza, Ucraina, Sudan, Nagorno Karabakh, Birmania, per ricordarne solo alcuni. Luoghi che non trovano spazi per raccontarsi, né visibilità nei nostri media. Come saranno i loro “trent’anni dopo”, passata questa distruzione indicibile e impossibile da raccontare?
A distanza di trent’anni come ri-pensare il passato jugoslavo, bosniaco ed europeo, quelle memorie, quei crimini mai elaborati. Come pensare le realtà in cui la pace e la normalità rimangono ancora un sogno, oggi nelle giornate dell’anniversario di Srebrenica. Che cosa è cambiato con le guerre odierne?
La violenza detta l’agenda politica, o viceversa, senza l’intenzione di curare le ferite. Pensiamo anche solo a Prijedor ancora oggi in ricerca dei luoghi della memoria, e ad ogni città, ogni paese, solo con il proprio dolore, con i propri morti.
Al posto dell’accoglienza in occidente di chi è fuggito dalle guerre della dissoluzione jugoslava negli ‘90, oggi ai popoli in movimento, asiatici e africani che attraversano la rotta balcanica, attendono solo fatiche e torture: un territorio così complesso con i suoi tanti volti, tra l’accoglienza difficile, il razzismo, il nazionalismo ancora ben radicato, con una chiesa sempre più estrema e radicale, con una buona politica assente.
Che cosa non ha voluto vedere e capire l’Europa in questi trent’anni? Perché i Balcani sono finiti nel dimenticatoio della storia? Noi, piccoli gruppi come il nostro, movimenti pacifisti e antirazzisti e singoli che continuano invece a frequentarli, che continuano a sconfinare e a creare reti con ostinazione. Per stare accanto e lottare insieme soprattutto alle tante donne, gruppi e associazioni, che fin dal post-conflitto si sono impegnate a continuare a denunciare i crimini, a costruire il Tribunale delle donne con un approccio femminista e antimilitarista, e che oggi proseguono a lavorare a difesa delle persone in movimento lungo la rotta. Noi, che continuiamo a studiare le lingue, a leggere libri, report, ad ascoltare le voci degli attivisti con un occhio attento ai tanti Osservatori…Resistiamo nel silenzio.
Sono solo alcune domande che ci poniamo, alcune riflessioni da cui partire per il nostro incontro del 14 luglio 2024 a Padova. Quasi trent’anni dal genocidio di Srebrenica.
* Giornalista di Monitor (Montenegro) e attivista italo-jugoslava
Carovana Rotta balcanica 2024
14 Luglio 2024 10:30 – 20 Luglio 2024 19:00
Organizza: Carovana Abriendo Fronteras e Carovana Balcani
Categoria: Carovana e incontri
La Carovana Abriendo Fronteras e Carovana Balcani percorrerà la rotta migratoria balcanica e denuncerà il nuovo Patto
Europeo su Migrazione e Asilo: 220 attivisti e attiviste partiranno da Bilbao, Madrid e Valencia-Barcellona, a cui si unirà il gruppo italiano, per percorrere il tragitto tra Padova, Aviano, Bihać e Trieste dove si terranno incontri di dibattito
Carovana Abriendo Fronteras e Carovane Migranti anche quest’anno, come ogni estate, visiterà con decine di attivisti europei rotte migratorie e frontiere, sempre più violente nei confronti di chi cerca rifugio, per incontrare attivisti e giornalisti di paesi del’Ue e dei Balcani, dalla Spagna all’Italia, fino in Bosnia Erzegovina. L’arrivo in Italia da Bilbao è previsto il 13 luglio a Padova, dove il 14 si terrà il primo dibattito.
PROGRAMMA:
Domenica 14 luglio, Santa Maria delle Carceri (Padova)
ore 10.30 -13.00
Ex Jugoslavia. Come hanno preparato una guerra, la narrazione nazionalista, la costruzione del nemico. Ed oggi cosa cova sotto le ceneri, il flusso migratorio può riaccendere il fuoco di un conflitto?
Eric Gobetti, storico. Studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel
Auretta Pini e Gianni Tamino, Fondazione Alex Langer. Fondazione nata nel 1999, allo scopo di sostenere gruppi e persone che con la loro opera contribuiscono a mantenere viva l’eredità del pensiero di Langer e perseguono il suo impegno civile, culturale e politico
Luisa Chiodi, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa. Centro studi e media specializzato sull’Europa sud-orientale, Turchia, Europa orientale e Caucaso e sulle politiche dell’UE in tema di libertà dei media, società civile, allargamento e politiche di coesione
ore 14.00-16.00
Corpi migranti
Max Hirzel, fotografo free lance, del collettivo francese Haytham Pictures. In particolare si occupa di migrazione. Ha collaborato con diverse testate. Il suo reportage Corpi migranti è stato premiato dall’Ani al Festival Visa pour l’Image di Perpignan ed è diventato un libro nel 2021 (edizioni Emuse).
Domenica 14 luglio, Parco degli Alpini (Padova)
ore 17.00-19.00
E’ guerra ai Popoli, è guerra ai migranti
Incontro con le realtà pacifiste, antimilitariste che si oppongono alla guerra, insieme a quanti combattono contro la guerra che la Fortezza Europa ha scatenato le persone lungo la rotta balcanica.
Partecipano: Assessora Comune di Padova per la Pace e i Diritti Umani, Associazione per la Pace (Assopace), Beati i costruttori di Pace, Rotte Balcaniche Alto Vicentino, Tavola per la Pace FVG, Melting Pot, Sanitari per Gaza (Veneto)
Lunedì 15 luglio, Base Usaf e Nato di Aviano (PD)
ore 10.30-12.00
La guerra empieza aquí, la guerra inizia qui! Con il commercio delle armi, sottraendo risorse al benessere, alla salute dell’umanità e del pianeta
Partecipano: Baja Satwinder Singh, Comunità Indiana e Unione Sikh Italia per ricordare Satnam Singh, Comitato Aviano (Valentino), Tavola per la pace FVG, Presidio antimilitarista di Rivolto, Comitato No Amx Pâs, Comitato per il Friuli Rurale
Durante la tappa di avvicinamento a Bihać, nel pomeriggio di lunedì fermata a Garavice: Parco commemorativo per le vittime del terrore fascista, dichiarato Monumento Nazionale della Bosnia Erzegovina opera dell’architetto Bogdan Bogdanović. Garavice era un luogo di esecuzioni di massa istituito dallo Stato indipendente di Croazia durante la seconda guerra mondiale
Martedì 16 luglio, Kulturni Centar, Bihać (Bosnia Erzegovina)
ore 9.00-13.00
Lo sguardo delle donne a trent’anni dalla guerra. Resistenza ai nazionalismi, lotta per Memoria, Verità e Giustizia
Jadranka Miličević, Fondacija Cure -Sarajevo, attivista, pacificatrice e femminista. Fa parte delle “Donne in Nero” di Belgrado, che hanno resistito alla guerra fin dagli anni 90. Oggi fa parte della Rete Internazionale delle Donne in Nero. Nel 1997 ha co-fondato il gruppo “Zene Ženama” di Sarajevo, e poi l’organizzazione femminista Fondacija CURE
Enisa Raković, Organizzazione femminista e pacifista Glas žene (Bihać). Organizzazione non governativa, senza scopo di lucro e apartitica che offre assistenza legale, consulenza, educazione, formazione e aiuto umanitario alle donne. Enisa ha vinto il Premio Internazionale per la Pace Sloboda
Stanislava Staša Zajović, attivista per la pace, antimilitarista e scrittrice. Co-fondatrice e coordinatrice delle Donne in Nero a Belgrado, gruppo antimilitarista e femminista che da 1991 ha iniziato la resistenza non violenta alla guerra e alla politica del regime serbo. E’ tra le organizzatrici del primo Tribunale delle Donne in Europa
Mejra Dautović, madre, attivista di Prijedor. Autrice del libro ” La sanguinosa verita di Prijedor” e “La madre Mejra cerca e trova la verità”. A Prijedor furono uccise 37.000 persone in un mese. Tra questi, la figlia Edna e il figlio Edvin di Mejra, nel 1992 deportati nel lager di Omarska
Nihad Suljić, attivista di Tuzla, da anni fornisce assistenza ai rifugiati e partecipa alle procedure di identificazione e sepoltura dei morti. Nelle acque del fiume Drina, in Bosnia Erzegovina, decine di migranti sono morti nel tentativo di avvicinarsi al sogno di una vita migliore in quell’Europa che li respinge
Soccorro Gil Guzmán, collettivo Memoria Verdad y Justicia (Acapulco Guerrero, Messico). Suo figlio Jhonatan Guadalupe Romero GIL è scomparso, dopo essere stato arrestato dalla polizia municipale ad Acapulco, il 5 dicembre 2018. Ha partecipato alla prima Brigata di Ricerca Internazionale svolta al confine tra Messico e Stati Uniti
Modera Vesna Šćepanović, giornalista
ore 14.00-16.00
Bambini nati a causa della guerra in Bosnia
Ajna Jusić e Merjem Muhadžić attiviste, giuriste, dell’Organizzazione “Zaboravljena djeca rata” (I bambini dimenticati della guerra) di Sarajevo. Durante la guerra, sono tra le 20 e le 50 mila le persone che hanno subìto abusi o violenze sessuali, in maggioranza donne ma anche uomini. Lo stupro etnico è stato usato come arma di guerra
ore 16.00-19.00
Le pratiche di solidarietà con il Popolo in Movimento lungo la rotta balcanica. Dal “game” ai centri di detenzione, dai respingimenti al sistema delle frontiere esterne
Zehida Bihorac, di Most za bolje sjutra (Ponte per un domani migliore), Velika Kladuša. Insegnante,difensora dei diritti umani del Cantone dell’Una-Sana. Nel 2018 ha iniziato a fornire medicinali, vestiti, cibo e sacchi a pelo ai campi profughi trascurati nella sua città natale e nei dintorni
Ines Tanović, di Kompas 071 (Sarajevo). Organizzazione non profit nata per dare un supporto alle persone in transito nel cantone di Sarajevo. Nel 2020 hanno aperto un daily center, dove i transitanti possono fare una doccia, lavare i vestiti, ottenere cibo e assistenza legale. Nei primi sei mesi del 2021 sono state 7mila le persone assistite.
Ramiz Berbić, attivista per la pace e i diritti umani, poeta, di Tuzla.
Sabina Talović, attivista pacifista e femminista dell’Associazione Bonafide (Montenegro). Difensora dei diritti umani e membro di Bona Fide di Pljevlja. Negli ultimi 4 anni ha collaborato con “People on the Move” che fornisce supporto a migranti e rifugiati, soprattutto donne e bambini. Nella casa di Pljevlja sono passati circa 15.000 migranti
Mihailo Medaković, di Info Park, Belgrado. Organizzazione che opera a Belgrado in supporto ai rifugiati che transitano per la capitale serba
Svetlana Sarić, attivista e fondatrice di SOS for women and children victims of violence, Serbia. L’organizzazione accoglie 15 volontari permanenti e ha formato oltre 50 educatori su vari argomenti, come tutte le forme di violenza, la tratta di esseri umani, i diritti umani, la cittadinanza responsabile, stereotipi e pregiudizi
Daniela Gioda, Lenzuoli della Memoria Migrante – Carovane Migranti
Silvia Maraone, dell’Ong IPSIA a Bihać. Esperta di Balcani e migrazioni nella regione, coordina i progetti di IPSIA (Ong promossa dalle ACLI) a tutela dei rifugiati e richiedenti asilo lungo la rotta balcanica in Bosnia Erzegovina e Serbia.
Interviene e modera Maja Nikolandić attivista, femminista ex membro del field crew di No Name Kitchen nei Balcani, e dell’iniziativa Zagreb città rifugio. No Name Kitchen è nata a Belgrado nell’inverno del 2017. Da allora, NNK sostiene coloro che soffrono la mancanza di percorsi sicuri e legali, raccogliendo testimonianze e denunciando l’uso sistematico della violenza istituzionale alle frontiere
Mercoledì 17 luglio, Bihać (BiH)
Lipa e Borići Camp
Giovedì 18 luglio 2024, Gradisca
ore 10.30-12.00
Chiudere il CPR di Gradisca, chiudere tutti i CPR
Presidio di fronte a Centro di Gradisca. Paragonabili ai CIE spagnoli, luoghi di prigionia, detenuti amministrativi incarcerati in condizioni disumane in regime extra giudiziario.
Partecipano: Gian Andrea Franchi, Collettivo NoCpr, Legale di ICS Trieste
Giovedì 18 luglio, Casa del Popolo Sottolongera (Trieste)
ore 15,30-18.30
Abbattere muri, costruire ponti
Dialoghi sulla rotta balcanica, sulle altre rotte, proposte di resistenza
Partecipano:
Waffo Soh Deyo Leandry Shyve, Camerun, attivista di Mem.Med (Memoria Mediterranea). Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 2023, in un naufragio al largo delle coste di Sfax in Tunisia, ha perso la moglie incinta e il figlio di quasi due anni. L’imbarcazione è stata speronata dalla Guardia Nazionale Tunisina. Da quel giorno, non ha mai smesso di lottare per ritrovare i corpi dei suoi cari. Ha identificato le foto della moglie e del figlio sepolti in due cimiteri diversi. Ora vive in Italia
Safura Jwarazmi, rifugiata afghana a Madrid, interprete di pashtun/afgano in spagnolo. Ha partecipato alla Carovana a Melilla
Socorro Gil Guzmán (Messico), Ramiz Berbić, Svetlana Sarić (Sos Vlasontince), Enisa Husejnović (Kompas 071), Sabina Talović (Bona Fide), Zehida Bihorać (Ponte per un domani migliore), Mihailo Medaković (InfoPark Belgrado), Maja Nikolandić (Zagabria), Enrico Fravega ( Università di Genova, Progetto Il Giornale delle rotte), Guido Mandarino (LanguageAid), ASGI (e altri)…
dalle 19.30, Piazza della Libertà (Trieste)
La cura come Rivoluzione
Cena solidale nella Piazza del Mondo, con Fornelli in Lotta
Venerdì 19 luglio, casa del Popolo Sottolongera (Trieste)
ore 9.30-13.30
Sul cammino, pratiche e lotte comuni. Iniziative e azioni europee tra l’autunno 2024 e la primavera 2025
Tavolo di lavoro con i partecipanti, e CRID (FR), Melting Pot Europa, CCFD-Terre Solidaire (Fr), Linea d’Ombra
Venerdì 19 luglio, Trieste
dalle 15.30- Risiera di San Sabba
Sabato 20 luglio, Gattatico (RM)
dalle ore 12.30
Tappa Antifascista alla Casa Fratelli Cervi.
Giustiziati insieme a Quarto Camurri come rappresaglia nel dicembre 1943, la storia dei sette figli maschi di Genoeffa e Alcide Cervi acquisisce fin dall’inizio un forte valore simbolico, mentre la loro casa, durante la Seconda Guerra Mondiale punto di riferimento e aiuto concreto per antifascisti, disertori e chi si opponeva alla guerra, diventa la meta preferita di tutti coloro che si identificano con i valori dell’antifascismo e della democrazia
Durante l’intero percorso della Carovana saranno esposti i lenzuoli e in più momenti saranno occasione di ricamo collettivo. Dal Centroamerica ai Balcani, dal Mediterraneo alle Canarie; dalla frontiera di Trieste a quella italo-francese: I lenzuoli, come le pagine di un libro aperto, sono occasione di memoria attiva, luogo di solidarietà, incontro di comunità che cercano “Verità e Giustizia”. Da anni viaggiano di paese in paese, attraverso le iniziative delle Carovane, per preservare le storie delle persone, per dare nomi ai numeri, per riportare in vita la memoria degli scomparsi nel tentativo di attraversare un confine alla ricerca di un futuro degno
Per ulteriori informazioni e contatti (anche durante il percorso):
Vesna Šćepanović: +39 348 5179861 – Gianfranco Crua: +39 3662094375